Alaska newsletter #145 care e cari, oggi si conclude ufficialmente la presidenza Trump e si inaugura quella Biden. Invece di inviarvi dei link a cose da leggere, sento il bisogno di raccontarvi una storia.. A settembre del 2016, in piena campagna elettorale americana, prendo un volo interno per raggiungere una conferenza di giornalismo. Quell'anno si tiene in Colorado, dove non sono mai stata, e sebbene sia troppo stanca per fare conversazione, un uomo sulla sessantina sull'altro lato del corridoio si sporge verso di me per attaccare discorsoi. Mi fa vedere la sua carta da frequent flyer, si vanta dei suoi successi come imprenditore. Che sia un uomo di destra si capisce. Insiste sul fatto che ci si debba liberare dell'eccessivo controllo dello stato federale (una convinzione abbastanza tipica dei Repubblicani), e sembra un tipico esponente della classe media, bianco, con un buon lavoro, che ha messo soldi da parte e fatto investimenti. Io annuisco educatamente, anche quando mi interrompe se tento di articolare una risposta, o si lamenta del "politically correct", o quando dice che staremmo tutti meglio se le donne restassero a casa con i figli (un rinculo, questo, più tipicamente recente, che ha la sua deriva estrema negli "incel" di cui poi vi avrei raccontato spesso).
La resa dei conti
La resa dei conti
La resa dei conti
Alaska newsletter #145 care e cari, oggi si conclude ufficialmente la presidenza Trump e si inaugura quella Biden. Invece di inviarvi dei link a cose da leggere, sento il bisogno di raccontarvi una storia.. A settembre del 2016, in piena campagna elettorale americana, prendo un volo interno per raggiungere una conferenza di giornalismo. Quell'anno si tiene in Colorado, dove non sono mai stata, e sebbene sia troppo stanca per fare conversazione, un uomo sulla sessantina sull'altro lato del corridoio si sporge verso di me per attaccare discorsoi. Mi fa vedere la sua carta da frequent flyer, si vanta dei suoi successi come imprenditore. Che sia un uomo di destra si capisce. Insiste sul fatto che ci si debba liberare dell'eccessivo controllo dello stato federale (una convinzione abbastanza tipica dei Repubblicani), e sembra un tipico esponente della classe media, bianco, con un buon lavoro, che ha messo soldi da parte e fatto investimenti. Io annuisco educatamente, anche quando mi interrompe se tento di articolare una risposta, o si lamenta del "politically correct", o quando dice che staremmo tutti meglio se le donne restassero a casa con i figli (un rinculo, questo, più tipicamente recente, che ha la sua deriva estrema negli "incel" di cui poi vi avrei raccontato spesso).