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Marina Petrillo
Feb 4, 2018
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10. tre cose dove fa male

Ben ritrovati, spero che stiate resistendo all'atmosfera tremenda di questi giorni, che mi ha fatto venire in mente queste tre cose - ciascuna, a modo suo, contiene la speranza di un mondo migliore.


Tre cose dove fa male


Il giornalista Johann Hari, nel suo nuovo libro "Lost Connections", ha deciso di concentrarsi su una questione che vive sulla propria pelle da molti anni: è proprio vero che per curare ansia e depressione si usano i farmaci perché la causa sta in uno scompenso chimico nel cervello? Anche se gli americani sembrano spesso dimenticarlo, è un problema peculiare degli Stati Uniti, dove il trattamento farmaceutico per la cura del disagio psichico ha una diffusione impressionante e pure non sembra affatto risolvere il problema per nessuno. Per questo il libro di Hari sfida di fatto un tabù, dove l'uso dei farmaci esaurisce ogni soluzione nella responsabilità individuale, e ha anche serie implicazioni industriali. Dalle ricerche di Hari fra gli studiosi emerge una riflessione che è politica e spirituale allo stesso tempo. L'Onu dice già dal 2011 che le cause del disagio psichico sono sociali - e non solo nel senso che il disagio del singolo ricade nelle responsabilità di tutta la società, ma nel senso che le cause della depressione del singolo sono sociali. E l'esplorazione di Hari va esattamente in questa direzione. Le sue conclusioni sono che depressione e ansia sono il prodotto - sistematicamente incoraggiato dal consumismo - delle sempre più scarse connessioni dell'individuo con la tribù in senso lato, col senso del proprio lavoro, con l'eguaglianza sociale, con la speranza per il futuro, con valori importanti, e con la natura. E così Hari parte alla ricerca di luoghi, spesso urbani, dove si sta lavorando a ricostruire queste connessioni.

***


Una delle cose che emergono più forti dal libro di Hari, e da molti studi recenti sulla depressione, è la necessità di trovare modi per uscire da se stessi - cioè per combattere la riduzione degli spazi e l'isolamento che la depressione provoca. Per questo funziona stare nella natura - che riequilibra il senso delle proporzioni del singolo rispetto al mondo - ma anche essere generosi, dare agli altri nella vita di tutti i giorni. Tra il serio e il faceto, Elizabeth Greenwood ha fatto un interessante esperimento per un mese.

***


Come mi è già capitato di scrivere, l'aspetto peggiore della politica con cui stiamo avendo a che fare è la sua mancanza di orizzonti - l'incapacità di leggerli, di esprimerli, di crearli e di offrirli. Christian Raimo la vede anche nelle risposte all'attentato fascista di Macerata, qui su Minima et Moralia.

Grazie, restate tutti interi e ci sentiamo la settimana prossima...
Marina

La fotografia di questa settimana è "Attila su manoscritto", febbraio 2017

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