Ruthless
Alaska, the newsletter
130. Ruthless
Care e cari,
a volte sembra che questi anni siano solo una gigantesca morte del secolo precedente, in cui ci tocca smascherare tutto ciò che non è più valido e dire addio ad autentici eroi ed eroine mentre fatichiamo a intravederne di nuovi (proprio mentre vi scrivo arriva anche la notizia della morte di Rossana Rossanda). Per diversi anni ho tenuto da parte la fotografia che vedete in copertina, una delle mie preferite, senza immaginare che l'avrei usata oggi. Nell'enorme spazio intorno alla donna nella foto, vedo la solennità del suo incarico, ma anche lo spazio rivoluzionario che ha letteralmente creato con le sue mani per le altre donne, per la giustizia e per l'uguaglianza.
C'è stato, oltre che molto affetto e devozione, qualcosa di terribile e di ingiusto nel modo in cui negli ultimi mesi ci si è aspettati che la rivoluzionaria giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg si aggrappasse alla vita pur malatissima e a 87 anni. Ma lei, fra continue crisi e riprese, lo ha accettato di buon grado, consapevole che dal suo continuare a ricoprire la sua carica dipendeva un fatale equilibrio nella Corte Suprema a favore dei diritti per i quali si era battuta per tutta la vita, a cominciare dal diritto ad abortire. È morta il giorno di Rosh Hashanah, e come ultimo desiderio ha chiesto che il suo posto resti vacante fino a nuove elezioni, esattamente come era accaduto per mesi dopo la morte del giudice Scalia e la nomina del suo successore da parte di Obama. La banda di Trump ha già reso chiaro che non rispetterà questo desiderio.
RBG verrà tumulata nel palazzo della Corte Suprema. Anche stanotte, sui gradini della Corte, migliaia di persone, fra le quali l'ex candidata alla presidenza Elizabeth Warren, hanno tenuto una veglia per lei, riconoscenti per le sue battaglie e preoccupati per il possibile rovesciamento dell'equilibrio dei giudici a favore della nuova estrema destra.
Così questa settimana vi propongo alcune letture su Ruth Bader Ginsburg, per onorare la sua vita e il suo lavoro, e per spiegare perché la sua morte in questa congiuntura storica potrebbe addirittura influenzare l'esito delle elezioni americane.
Si può cominciare dal profilo de Il Post, e se leggete una sola cosa, che sia il profilo di RBG scritto da Jill Lepore per il New Yorker.
Qui Il New York Times su chi era, qual è stato il suo ruolo nella Corte Suprema e che eredità lascia. Vox su come si prospetta anche dal punto di vista aritmetico al Senato la battaglia per sostituirla. The New Statesman su come la sua morte possa rovesciare il liberalismo americano per decenni.
Nello spazio di quella foto in copertina, ci sono le due forze che l'hanno guidata - una da lei apertamente riconosciuta, cioè il fatto di essere una donna, e una meno esplicita ma ugualmente forte, cioè l'ombra lunga dell'Olocausto. La presidente di Planned Parenthood scrive per Rolling Stone "che il suo ricordo diventi movimento".
(PS ho fatto una piccola ricerca per ricostruire da dove viene quella foto: è un ritratto di Sofia Sanchez e Mauro Mongiello del 2013, scattato per questo profilo di RBG sul New Yorker. )
Grazie a tutti, un grande abbraccio e ci sentiamo la settimana prossima.
Marina