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Marina Petrillo
Sep 9, 2020
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Alaska, the newsletter
128. Ricominciare

care e cari,
si ricomincia sul serio. Dopo la consueta anteprima per i miei Patron (che con questa estate mi hanno condotto alla fine della scrittura del mio libro! Se volete aggiungervi su Patreon a chi sosterrà i miei prossimi passi potete farlo qui anche con 1 euro al mese) eccoci con il primo numero della newsletter della nuova stagione.

Più ci penso più mi piacerebbe smettere di andare all'inseguimento di notizie e reportage, per quanto sempre quelli trascurati dalla stampa di casa nostra. Vorrei provare a concentrarmi di più sull'arte contemporanea, i libri e l'arte pubblica, perché credo che in questa fase di assoluto appiattimento ideologico e ipnosi informativa ne abbiamo seriamente bisogno.

Così oggi vi segnalo alcune cose che all'attualità e alla politica sono collegate, ma che spero possano darvi forza, luce e ispirazione.

Tilda Swinton ha ritirato la Palma d'Oro alla carriera al festival di Venezia con qualche minuto di pura poesia, dalle citazioni da David Bowie e Chadwick Boseman ai proclami d'amore per il cinema, fino alla definizione di questo come dell'anno "che ci ha dato una visione a 20 ventesimi". Anche se i sottotitoli non sono precisi, potete rivederla qui.

Mentre negli Stati Uniti si aprono i "60 Giorni di Lotta Nonviolenta" per opporsi alle provocazioni dei suprematisti bianchi che infiltrano e affiancano la polizia e per battere Trump alle elezioni (il rischio di eversione dalla Casa Bianca è purtroppo altissimo), Ta-Nehisi Coates ha fatto un'intervista alla madre di Brionna Taylor che è un'opera d'arte, un ritratto vivo di Brionna in absentia. Intanto gli artisti afroamericani sono scatenati e non si fermano: Nick Cave, celebre per le sue "tute sonore", ha creato nel suo spazio Facility a Chicago un'iniziativa aperta che si chiama "Amends", invitando artisti e pubblico a confessare ed elaborare il proprio razzismo.

Quest'anno la più straordinaria e terribile visione dell'ingiustizia sociale l'ha creata sicuramente il giovane regista sudcoreano Bong Joon-Ho: "Parasite", Palma d'Oro a Cannes, è un capolavoro, una creazione da togliere il fiato. Se non lo avete ancora visto e non riuscite a recuperarlo distanziati in un cinema d'essay, lo trovate su Apple TV e su Sky/Now TV. Il palcoscenico distopico di Parasite è una ricca villa modernista, e qui il regista racconta come l'ha creata e come è stato costruito il set.

Il Kettle's Yard dell'Università di Cambridge ha tenuto una fitta corrispondenza con molti artisti chiusi in casa durante il lockdown. Qui trovate le loro riflessioni e le opere a cui hanno lavorato. Intanto su Netflix potete vedere il bellissimo "Homemade", 12 corti girati durante il lockdown, uno più bello dell'altro, fra cui un piccolo spin-off di "Les Miserables" di Ladj Ly.

Infine, fra le troppe cose che a Beirut cercano disperatamente di rialzarsi dopo la terribile esplosione di agosto, ci sono musei e gallerie. L'Unesco ha lanciato una campagna di raccolta fondi straordinaria per ricostruire le sue scuole e i luoghi d'arte e cultura.

(Nella foto di copertina, il Sursock Museum di Beirut dopo l'esplosione)

Grazie a tutti, un grande abbraccio e ci sentiamo la settimana prossima!
Marina

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