Ci siamo davvero :)
Care e cari Patron, presenti e passati, è stato molto lungo e difficile ma ho finalmente fra le mani questo manoscritto che devo in gran parte a voi - alla vostra generosità e alla vostra pazienza. Per questo nel ritornare alle email del dopo-vacanze desidero scrivere soltanto a voi.
Non so dirvi il sollievo. Dunque non tutto il 2020 veniva per nuocere! Ricapitolando, credo che questa sia la quarta stesura, e come accade per ogni libro, dovrà certamente passare attraverso altri rimaneggiamenti e altre scelte, per i quali confido nella guida del mio editor. Il titolo di lavoro è "La Piazza Elettrica", ma ce ne sono almeno altri sei o sette di riserva. Mentre ci lavoriamo cominceremo anche le prime esplorazioni per farlo pubblicare, l'idea è che possa uscire nel 2021 per il decennale delle primavere arabe, ma vi terrò aggiornati.
I libri hanno questa stranezza, che bisogna scriverli perché ti svelino come vogliono essere scritti. In cambio dei dubbi e della tediosa fatica, quando prendono la strada giusta accelerano da soli e ti aiutano a sistemare tutti i pezzi giusti al loro posto. Vederlo accadere è un miracolo, di cui mi ero dimenticata la potenza e la gioia.
Ho ancora alcuni ostacoli da superare perché il libro sia del livello che desidero. Ma mi sento tanto cresciuta. Almeno nel mio genere mi sento più forte, e so che finito questo libro sarò pronta per qualcosa di nuovo.
Per molto tempo mi sono illusa di riuscire a conciliare un poco di scrittura ogni giorno con il mio lavoro e le faccende della vita (c'è chi ci riesce), ma mi sbagliavo. Questo manoscritto si trascinava da otto anni ma in realtà lo spazio mentale adeguato l'ho trovato (o me lo sono concesso) solo nei periodi di riposo - tre o quattro vacanze di Natale, e un paio di estati, gli unici momenti in cui potevo permettermi una full immersion. Forse anche per questo è un libro scritto in frammenti - quello che negli Stati Uniti già dalla fine degli anni Novanta codificavano come lyric essay e su cui da noi si trova, diciamo, ancora poca compagnia.
Se non si sa esattamente cosa si sta facendo e ci si fa largo fra le insicurezze, la compagnia intellettuale è un elemento importante per crescere. L'altra forza contraria è stata l'atmosfera distratta, spezzata e rancorosa in cui siamo sempre immersi. Sottrarsi alla presenza continua online, alla scrittura di getto, all'ipnosi collettiva, e farlo per scrivere e riscrivere e riscrivere di un'esperienza che in fondo è accaduta dieci anni fa, è stata in assoluto la cosa più difficile.
Ma perfino nella tensione fra l'allora del libro e l'adesso ho trovato un insegnamento: nell'utopia contagiosa delle piazze occupate germinata a Tahrir c'erano tutti gli elementi delle sfide che stiamo affrontando insieme adesso. Non solo è viva, ma ha spostato un punto di vista sul mondo ed è carica di intuizioni sul futuro.
In questo processo artigianale una cosa giusta l'ho fatta - chiedere aiuto, con fiducia. Ho trovato voi, e di questo mi considero immensamente fortunata. Ho trovato un sostegno disinteressato, lettori a cui rendere conto, e stimoli e consigli. Senza non ce l'avrei fatta e basta - avrei gettato la spugna, adesso posso dirlo. Spero che resterete con me per le prossime tappe, fra cui anche il nuovo podcast, e che vi farà piacere essere aggiornati.
Grazie di cuore e un abbraccio fortissimo, siate forti e godete di ogni cosa.
Marina
Grazie a tutti, un grande abbraccio e ci sentiamo la settimana prossima!
Marina