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Alaska newsletter #127

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Alaska newsletter #127

Marina Petrillo
Jul 22, 2020
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Alaska, the newsletter
127. good trouble

Care e cari,
dopo 50 numeri della newsletter anche quest'anno, alcuni dei quali che giacciono sicuramente non letti nelle vostre caselle e magari vorreste avere il tempo di leggere insieme a tutte le altre cose che non avete mai tempo di leggere, e con il fulgido esempio di alcune mie colleghe di newsletter che quest'estate hanno deciso di prendersi una pausa vera (non è stata la più facile delle stagioni per nessuno), ho deciso anche io di fare una pausa, così questo sarà l'ultimo numero della newsletter fino all'ultima settimana di agosto, quando riprenderemo magari anche con qualche bella idea in più.
Torneremo più freschi, e quel che mi auguro di più, più genuinamente vicini alle nostre reali intenzioni per il futuro, quando magari vorremo metterci di nuovo nei guai, "guai buoni", come li chiamava l'onorevole John Lewis che ci ha lasciato venerdì scorso.

Penso che in questi anni siamo stati molto fortunati a poter vedere in azione John Lewis anche da anziano, e da politico navigato; un uomo che da giovane ha messo in gioco la propria vita accanto a Martin Luther King e che ha vissuto una vita intera tenendo alta quella torcia (ancora costretto oggi, ahinoi, a impegnarsi sul diritto di voto). Era indomito, fiero, risoluto, lucidissimo, guidava ancora le azioni più ribelli al Congresso, e ogni sua presa di posizione mi commuoveva per la sua forza e integrità. Due amiche nate e cresciute in Georgia (di fatto le persone da cui più ho imparato sulla Georgia in sé) mi hanno scritto che Lewis era il loro rappresentante distrettuale, e di non essere mai state tanto fiere di votare per qualcuno.

Obama, che da primo presidente afroamericano cinque anni fa ha camminato con lui nel cinquantesimo della marcia di Selma, racconta in queste ore che l'ultima volta che si erano visti era poco tempo fa a un townhall insieme ai giovani di Black Lives Matter, e di quanto John Lewis fosse orgoglioso di loro e ottimista per il futuro.

La chiusura del Campidoglio a causa del Covid19 potrebbe impedire la sepoltura di John Lewis nella sede del Congresso in cui ha servito per 17 mandati. Su 40 tumulati finora, sarebbe solo il secondo afroamericano ad esservi sepolto, e in molti stanno facendo pressione perché questo possa accadere.

Lewis aveva scritto un'autobiografia, Walking with the wind, che oggi si fa un po' fatica a trovare, ed è uno dei protagonisti della serie a fumetti "March" sul movimento per i diritti civili. Paul McCartney e altri hanno suggerito in queste ore che il ponte di Selma - ancora oggi intitolato al confederato Edmund Pettus, Gran Dragone del Ku Klux Klan - possa ora essere intitolato a lui.

Qui la bella cronologia della sua vita costruita dall'Observer.

Grazie a tutti sempre per il vostro sostegno, un grande abbraccio, fate cose buone in queste settimane e ci sentiamo a fine agosto.
Marina

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