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Il pensiero contagioso di Black Lives Matter

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Il pensiero contagioso di Black Lives Matter

Marina Petrillo
Jul 2, 2020
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124. Il pensiero contagioso di Black Lives Matter (altre sei cose)

Cari tutti,
anche in questa calda quiete di fine giugno-inizio luglio, nelle giornate più lunghe dell'anno dopo la primavera più strana della nostra vita, eccoci con la newsletter dopo l'anteprima della domenica per chi mi sostiene su Patreon. Da quando è esplosa la nuova mobilitazione internazionale per Black Lives Matter, ho come la sensazione che ci stia tornando un po' di ossigeno al cervello, e continuo a pensare che finché ci sono tante cose interessanti da leggere e imparare, la cosa più utile che posso fare con questa newsletter è sceglierne e segnalarne qualcuna - anche se le notizie di cronaca e le violenze della polizia e le azioni politiche continuano ad accadere, quelle che ho scelto questa settimana sono analisi di più ampio respiro.

Di statue si può parlare anche fuor di polemica e in modo altissimo - lo ha fatto la sociologa Francesca Coin su Internazionale e non potrei raccomandarvene più caldamente la lettura.

Il giornalista e due volte premio Pulitzer Wesley Lowery (che, aggiungo io, su Twitter è stato uno dei cronisti più autorevoli della prima ondata di proteste di Black Lives Matter sei estati fa e venne arrestato a Ferguson) sfida sul New York Times il concetto di obbiettività del giornalismo in questo frangente storico.

La settimana scorsa vi segnalavo il dibattito sulla presenza nera nelle professioni dell'editoria - ecco, qui la scrittrice Bernardine Evaristo, fresca di Booker Prize (è la prima donna di colore a vincerlo), ha scritto la prefazione al primo studio accademico britannico sulla diversità nell'editoria - ne scrive qui il Guardian.

Zeynep Tufekci, sociologa e accademica turca che lavora negli Stati Uniti e negli ultimi dieci anni si è occupata moltissimo di proteste di strada, su The Atlantic cerca di rispondere alla domanda "le proteste funzionano?" (la risposta è sì).

Infine, Opal Tomeli è una delle fondatrici di Black Lives Matter, e al New Yorker spiega perché questa volta è diverso.

(in copertina, Opal Tomeli con le altre due fondatrici di Black Lives Matter, Alicia Garza e Patrisse Cullors)

Grazie a tutti, un grande abbraccio e ci sentiamo la settimana prossima!
Marina

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