certe cose non cambiano mai

Alaska, the newsletter
118. Certe cose non cambiano mai

Care e cari,
eccoci con il nuovo numero della newsletter dopo l'anteprima della domenica per i miei Patron, che mi stanno aiutando a finire il mio libro, a cui sto dedicando ogni minuto libero (non molti).

Su quel che accade in questi giorni, mi limiterò a dire che il mondo non mi sta piacendo molto. E che quel che mi sembrava sbagliato prima continua a esistere, ancora più raccapricciante se visto dal paesaggio morale che stiamo abitando ora. Fra le migliaia di articoli monotematici sulle nostre circostanze legate al Coronavirus, emerge ogni tanto una storia che ci ricorda le battaglie ancora da fare.

L'unica volta che sono stata in una cittadina in Georgia, mi hanno portato a vedere il vecchio ingresso separato del municipio: una porta per i bianchi e una per i neri. È stato mantenuto così come memento, e solo quando l'ho visto ho compreso quanto sia vicina nel tempo la schiavitù, e quanto sia rimasto radicato un razzismo di fondo.

In questi giorni è stato citato più volte un articolo sul lutto permanente per i figli neri che la poetessa e saggista Claudia Rankine scrisse il 22 giugno 2015 per il New York Times, al culmine della stagione delle testimonianze sulle uccisioni di giovani afroamericani da parte delle forze dell'ordine e del movimento Black Lives Matter (citato in questi giorni anche da Michelle Obama nel suo documentario "Becoming"). Il motivo è che a due mesi dall'assassinio per la strada di un giovane jogger nero di nome Ahmaud Arbery, due uomini bianchi, un poliziotto in pensione e suo figlio, sono stati arrestati per omicidio. Ci sono voluti due cambi di procuratore e la pubblicazione online di un video dell'uccisione già noto alla procura, che sembra chiarire che Ahmaud Arbery è stato inseguito mentre faceva jogging e linciato. Qui trovate un riassunto in italiano della vicenda, qui la cronologia dei fatti del New York Times,

Grazie a tutti, un grande abbraccio, abbiate cura di voi e ci sentiamo la settimana prossima.
Marina