Il triste stato della nostra stampa
Alaska, the newsletter
116. il triste stato della nostra stampa
care e cari,
come credo anche voi, mi trascino confusa e preoccupata per l'imminente fase 2, piuttosto convinta che quando usciremo il mondo nel quale volevamo tanto uscire non ci sarà. L'unica buona notizia che posso darvi è che tutto il tempo libero che ho lo sto usando per completare l'ultima stesura del libro, che con mia grande gioia procede speditamente. C'è sempre un momento nella scrittura di un libro in cui i pezzetti cominciano a sistemarsi al posto giusto, ed è il momento che preferisco.
Versa in un triste stato, invece, la nostra stampa. Non che sia una novità, ma è come se la quarantena illuminasse tutte le voragini culturali del nostro mondo, e la stampa italiana è veramente messa male. Di questa settimana le farneticazioni di Vittorio Feltri (tali da provocare la reazione dell'Ordine dei giornalisti a cui appartiene), a cui risponde Biagio Riccio con questo elogio di Napoli che è da leggere; e naturalmente, il brusco cambiamento ai vertici di Repubblica, Stampa e Huffington Post. Ne scrive , spiegando bene tutto il quadro, e commenta Michele Fusco qui su Gli Stati Generali.
Grazie a tutti, un grande abbraccio, facciamoci forza e ci sentiamo la settimana prossima.
Marina