Il futuro
Alaska, the newsletter
115. il futuro
Care e cari,
spero sempre di trovarvi bene, non troppo affaticati da questi giorni lunghi, non troppo addolorati. Ma io stessa ho ancora parenti e amici ammalati, e fatico a vedere che faccia potrebbe avere la famosa fase 2, quella verso cui veniamo affrettati nella speranza che anche stavolta non impareremo nulla.
Non è che proprio non riesca a scrivere o pensare, per esempio questa settimana sono riuscita a leggere "Jane" di Maggie Nelson e a rileggere il vecchio libro di Langewiesche sulle rovine dell'11 settembre. Lavoro tanto, e cerco di non lamentarmi ben consapevole di chi vorrebbe lavorare e in questo momento non può. Ho concluso in remoto le lezioni con i miei studenti stranieri della Scuola Holden. E soprattutto sono riuscita a lavorare con costanza all'ultima revisione del mio libro. A Pasqua ho finalmente sciolto la riserva che ancora avevo sulla struttura, e mi sono data un compito preciso per ogni giorno da qui alla simbolica data del 3 maggio. Per adesso riesco ad attenermi alla tabella di marcia e la prendo un po' come una pratica yoga. Non è un libro tradizionale, ho veramente pochi modelli a farmi da guida, ed è per questo che spesso inciampo. Questo non cambia il fatto che credevo che ci avrei messo molto meno. O forse era destino che un libro sulla rivoluzione si concludesse in giorni così strani per tutto ciò che ci circonda.
Poi guardo le mie piante. Non mi stanco mai di guardarle. Mi chiedo che strano modo di usare il tempo avessi prima che mi impediva non solo di guardarle a lungo, ma di trovarle sempre stupende, mai noiose, piene di senso, bastanti a se stesse. Se potessi, guarderei il gatto giocare per ore. I miei amici e le mie amiche su Skype hanno facce così belle che ogni volta mi innamoro. Il cibo ha più gusto dopo tanta fame, e noi eravamo davvero satolli. Sono arrivati i rondoni, e resteranno fino a luglio. Non riesco a pensare, e rifuggo da ogni tipo di conclusione. Scrivo da uno dei posti con più morti e contagi del pianeta. Tutte le cose che scriviamo stridono: a cosa serve adesso? cos'altro potrei fare? è futile? è bene continuare?
Così ipnotizzata, ho perso il termine di consegna per un pezzettino sul Ritorno al Futuro dopo il virus che mi aveva chiesto la mia amica Alice. Gli altri a cui l'aveva chiesto sono riusciti a scrivere e ognuno ci ha messo la propria idea. Qui trovate l'ebook gratuito che ne è venuto fuori, che è un bel panorama di possibilità - in alcune potreste riconoscervi, in altre meno, ma in questo momento vale tutto, e tutto aiuta.
Grazie a tutti, un grande abbraccio e ci sentiamo la settimana prossima.
Marina