i suoni e le facce

Alaska, the newsletter
114. i suoni e le facce

care e cari,
in queste settimane rinchiusi, a volte scrivervi è molto difficile, altre volte salvifico, ed è il caso della newsletter di questa settimana. Devo sforzarmi di trovare cose luminose nella polvere che ci impedisce di vedere l'orizzonte, e trovarle per voi è una bella ispirazione. Spero che stiate bene, che non ci sia troppo dolore, troppa tristezza, che non smettiate di sperare che presto tutto questo finirà e allora potremo riabbracciarci e forse anche fare qualcosa per cambiare un mondo che non potrà mai essere come prima.

L'artista e attivista Molly Crabapple ha lanciato su Twitter un appello ai lavoratori cosiddetti essenziali, cioè coloro che nella sua città in quarantena, New York, e in altri luoghi, non solo non possono smettere di lavorare, ma rendono possibile alle altre persone vivere senza uscire e sono spesso sottopagati. Netturbini, commessi, rider, infermieri, in 50 le hanno mandato un selfie scattato mentre lavorano, e Molly ne ha fatto altrettante illustrazioni. La serie è uscita un paio di giorni fa su The Nation.

Come parte del suo progetto Cities and Memory, per il quale da cinque anni raccoglie sul campo suoni da tutto il mondo, Stuart Fowkes ha creato un bacino collaborativo di suoni della quarantena. Dalle sirene ai canti dai balconi alla voce di una madre che legge Road Dahl a suo figlio in casa, oltre che una importante documentazione antropologica, è un panorama sonoro commovente.

Infine, su come decideremo di vivere domani, investiti da un'esperienza che avremo praticamente condiviso in tutto il mondo, e su come stare bene senza crescere per forza, Valori ha pubblicato questa analisi di Tim Jackson.

Grazie, abbiate cura di voi e ci sentiamo la settimana prossima.
Marina