nove anni dopo

Alaska, the newsletter
105. nove anni dopo

ben ritrovati,
è difficile passare tanti anni concentrati su qualcosa senza sentirne profondamente i contraccolpi, gli anniversari tristi, la sofferenza degli altri. E in questa intensa concentrazione è difficile anche comprendere fino in fondo che dall'inizio della rivoluzione egiziana siano passati nove anni. Scrivere il libro che i miei Patron mi stanno aiutando a portare alla luce è il frutto di questa concentrazione, e il primo capitolo si aprirà proprio con la scena del 28 gennaio 2011 evocata dalla fotografia di Imad Bazzi che vedete qui in copertina.

Non è possibile celebrare i nove anni della rivoluzione senza pensare alle decine di milioni di egiziani finiti sotto il tallone dell'esercito dopo aver condotto battaglie straordinarie, o a quanti dei suoi giovani eroi siano oggi in carcere o in esilio. Ma questa volta voglio ricordare la rivoluzione con tre cose speciali e per niente malinconiche scritte da chi l'ha fatta e vissuta, e che dalla rivoluzione si è sentito trasformato.

Un post dell'anniversario di due anni fa di Tarek Shalaby, il primo giovane rivoluzionario che avevo seguito su Twitter, quindi il punto di partenza di tutto il mio lavoro sulle primavere arabe.

Un tweet del 25 gennaio di quest'anno dell'attore e corrispondente di Tahrir per le tv internazionali e rivoluzionario Khalid Abdallah.

E infine, un eccezionale collage di testimonianze della testata indipendente Mada Masr, che, decostruendo e scongelando le narrazioni rituali, ripercorre cosa accadeva in Egitto appena prima del 25 gennaio 2011 - cosa ribolliva e affiorava nella stampa, nella cultura pop, nella vita giudiziaria, nelle case e nelle strade.

Un grande abbraccio e ci sentiamo la settimana prossima.
Marina