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Il Museo dell'Innocenza

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Marina Petrillo
Jul 21, 2019
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083. Il Museo dell'Innocenza

care e cari Patron,
dopo settimane di avvenimenti sorprendenti, decisioni, lunghissimi addii, all'improvviso tutto si è sbloccato e posso finalmente annunciarvi cosa farò a partire dalle prossime settimane. Non è solo una decisione professionale (e una straordinaria opportunità), ma una scelta politica per me molto profonda, quasi ineludibile in questo momento storico, e una scelta di vita - ve la racconto qui in un post riservato a voi su Patreon, insieme ai prossimi passi insieme.

E veniamo alla newsletter di questa settimana, come sempre la domenica in anteprima per voi. Voglio tornare sul tema della protesta contro i finanziamenti "sporchi" ai grandi musei internazionali, dopo il successo della campagna condotta da Nan Goldin per far ritirare le sponsorizzazioni dell'azienda farmaceutica che produce l'Oxycontin, responsabile di una parte enorme dell'epidemia di dipendenza da farmaci negli Stati Uniti.

Nel giro di una settimana, nel mondo dei musei sono accadute due nuove cose importanti. La prima è che la scrittrice e attivista egiziana Ahdaf Soueif si è dimessa dal comitato consultivo del British Museum, per protestare contro la continua "inamovibilità" dell'istituzione britannica sulle decisioni che riguardano gli sponsor (a cominciare dalla British Petroleum) e il programma ragionato di restituzione degli artefatti sottratti in epoca coloniale. Qui trovate la sua bellissima lettera di spiegazione.

La seconda è che sette artisti hanno ritirato le loro opere dal Whitney Museum per protestare contro la nomina a vicepresidente del consiglio d'amministrazione del museo di Warren Kanders, proprietario del Safariland Group, che vende giubbotti antiproiettile per la polizia e gas lacrimogeni utilizzati in questi giorni contro i migranti che tentano di attraversare la frontiera messicana. Qui la loro lettera su Artforum. Nella mostra aperta al Whitney fino al 22 settembre, al posto delle opere ritirate resteranno degli spazi vuoti, uno dei quali, dove doveva essere esposto "Procession" di Nicole Eisenman, occupa la maggior parte della terrazza al sesto piano. Più di 100 membri dello staff del Museo avevano già protestato lo scorso novembre contro la nomina di Kanders.

La questione complessiva è spinosissima - se i ricchi sono questi, e i musei hanno bisogno delle sponsorizzazioni private per proseguire il loro lavoro, come si fa a impedire che i finanziamenti siano in aperto contrasto con la loro missione? Prova a rispondere su artnet Julia Halperin, che in questi mesi è stata bravissima a radunare i fili della questione e diversi pareri.

Grazie a tutti, un grande abbraccio e ci sentiamo la settimana prossima!
Marina

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