Alaska

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Alaska newsletter 070

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Marina Petrillo
Apr 17, 2019
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Alaska, the newsletter
070. Ruanda

care e cari tutti,
spero di trovarvi bene, e oltre alla newsletter è finalmente in arrivo anche la nuova puntata del podcast - come sempre in anteprima per i miei Patron (potete diventarlo anche voi con un contributo piccolissimo qui).

In questo nuovo numero della newsletter recupero un anniversario che avevo lasciato volutamente fuori dallo scorso numero, perché ci tengo in modo particolare: il 7 aprile 1994 è il giorno al quale si fa risalire l'inizio del genocidio in Ruanda, che avrebbe portato a un milione di morti, in larghissima parte di etnia tutsi.

Il genocidio ruandese ha avuto conseguenze enormi sulla vita della regione e ha trasmesso un trauma difficile da decifrare ad almeno due generazioni, oltre a proiettare un'ombra pesantissima sull'inazione dell'Europa coloniale. In questo articolo del New York Times (con impressionanti fotografie in bianco e nero) trovate una panoramica di ciò che accadde allora e della situazione politica di oggi.

Sono trascorsi dunque venticinque anni. Nel ventesimo anniversario ebbi l'occasione di parlare con lo scrittore Philip Gourevitch - autore del libro più importante sul conflitto ruandese, Desideriamo informarla che domani verremo uccisi con le nostre famiglie - del problema della verità nelle testimonianze, che il massacro dei tutsi sollevava con la stessa forza di ogni genocidio della storia. Gourevitch (che vedete in copertina) mi raccontò che, tornato in Ruanda a trovare le persone con cui aveva viaggiato anni prima (vittime e carnefici), molte di loro rinnegavano le testimonianze di un tempo, o le avevano rimosse per poter sopravvivere, o non ricordavano dettagli fondamentali che erano anche serviti in tribunale o nelle commissioni per la riconciliazione. Il suo libro, dice oggi, è una fotografia di ciò che le persone ricordavano o si sentivano di raccontare in un certo momento nel tempo, ma lungi dall'essere definitivo. E reinventare, reimmaginare, è a volte l'unico modo per sopravvivere.

Ancora più profondamente del problema della verità, il genocidio ruandese, come ogni massacro su base etnica, solleva quello del paradosso dell'identità. Lo racconta molto bene una serie tv, Black Earth Rising, molto romanzata ma ricca di spunti e interpretata da attori notevoli. Storia di una giovane ruandese adottata da una famiglia borghese in Gran Bretagna, che diventa avvocato e torna in Ruanda a cercare gli assassini del suo villaggio, con un colpo di scena finale diventa un'incursione nella follia della "famiglia naturale".

Grazie a tutti, un grande abbraccio e ci sentiamo la settimana prossima!
Marina

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