Il re del mondo, il re dell'Assiria
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063. Il re del mondo, il re dell'Assiria
care e cari,
in queste settimane evitare i temi obbligatori della politica, le provocazioni ad arte e i dualismi di opinione imposti è come cercare di risalire controcorrente come i salmoni. Ma come un po' cerco di raccontare anche nella mia trasmissione su Radio Popolare, il mondo delle idee non è affatto fermo. In questi giorni, fra ulteriori scricchiolii del percorso verso Brexit e fuoriuscite dai partiti nel Parlamento britannico, in Inghilterra si è ricreata una discussione interessante sulle istituzioni culturali.
Come racconta ArtForum, centinaia di attivisti hanno tenuto una manifestazione davanti e dentro al British Museum per protestare contro la sponsorizzazione di una mostra dedicata al re Ashurbanipal da parte della British Petroleum - la stessa BP responsabile del disastro ambientale della Deepwater Horizon nel 2010, e uno dei principali beneficiari del controllo del greggio in Iraq. La presenza della BP nelle istituzioni culturali di Londra - fra le più illustri del mondo - è intensa: se la Tate ha chiuso tutti i rapporti col gigante del petrolio, questo è ancora fra gli sponsor della Royal Opera House, della National Portrait Gallery e della Royal Shakespeare Company.
Qui su The New Statesman, Tara Mariwany e Ibtehal Hussain raccontano perché hanno manifestato, e il ruolo della BP nella guerra in Iraq del 2003.
Fra i temi c'è anche quello - annoso e complesso - della restituzione degli artefatti ai paesi d'origine e alle loro istituzioni culturali - sul Guardian la guida museale Alice Procter, che organizza visite speciali su questo tema, chiede ai musei di essere molto più onesti sul furto coloniale e di cominciare a ragionare su una serie di risposte sensate che possano riflettersi nel modo in cui espongono e raccontano la storia.
(la fotografia di copertina è di Safa Khadim)
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Marina