Alaska newsletter 054
Alaska, the newsletter
054. "chi vorrebbe uccidere un ragazzo che consegna le pizze?"
care e cari iscritti alla newsletter,
è tempo di classifiche di fine anno, del tutto personali, che spero vi facciano piacere perché molti di voi sembrano aver gradito durante l'anno, oltre ai consigli di lettura, quelli sulle cose da vedere, come serie e documentari. Vi ricordo che fra pochi giorni, dopo l'anteprima per i miei sostenitori su Patreon, sarà online la nuova puntata doppia del mio podcast, stavolta doppia e insieme a Laura Cappon, dedicata agli archivi video della rivoluzione egiziana. Il più bel regalo che potete farmi per Natale è proprio diventare miei Patron, qui - anche con un contributo mensile piccolissimo farete una differenza enorme per il libro, il podcast, la newsletter e altri nuovi progetti! Grazie a tutti!
Oggi ho scelto dieci serie tv che si possono ancora vedere, a grandi linee con l'abbonamento a Netflix o Amazon Prime Video, fra le temo decine e decine, dalla Svezia all'Australia, che ho guardato quest'anno - alcune delle quali, nel gran calderone, spaventosamente brutte. Avendovi dunque fatto da cavia, vi dico quali sono quelle che mi sono piaciute di più :) Tenete ovviamente conto che si tratta di una classifica del tutto soggettiva fra i generi e le provenienze geografiche che guardo più volentieri io, senza nessuna pretesa di universalità.
10) The Good Cop: è una serie brillante e semi-comica su un giovane poliziotto ligio al dovere che vive con il padre, ex poliziotto condannato per corruzione. Una cosa leggera ma piena di spunti surreali.
9) Homecoming: storia dell'incontro fra una terapeuta di giovani reduci di guerra al centro di una cospirazione e uno di questi soldati - da vedere anche solo per la scenografia, la fotografia e un'interpretazione sbalorditiva di Julia Roberts, che sospetto stia producendo le migliori prove della sua carriera proprio adesso.
8) The Break/La Tregua: una scelta dalla rosa di serie belghe ambientate nei boschi delle Ardenne, un poliziotto torna nel paesino natale con la figlia adolescente e si mette a seguire una pista. L'ambientazione parla da sola.
7) Dogs of Berlin: uscita pochi giorni fa, ve ne ho parlato nella newsletter della settimana scorsa - storia di gang mafiose, immigrazione, calcio e scommesse e poliziotti sfigati - uno turco e l'altro con la madre nazista, a Berlino (nb: violentissimo).
6) The Kominski Method: dialoghi fenomenali per Michael Douglas, anziano attore che insegna recitazione, e il suo amico Alan Arkin appena diventato vedovo - una malinconia serissima ma anche piena di tenerezza e saggezza.
5) Flint Town: è una serie documentaria che segue alcuni poliziotti bianchi e neri di pattuglia a Flint nel Michigan, nel pieno della polemica sulle violenze della polizia contro gli afroamericani e agli albori della crisi sull'inquinamento dell'acqua nella cittadina. Butta all'aria tutte le semplificazioni e spiega più di mille articoli, un pugno allo stomaco.
4) Tokyo Girl: una serie giapponese che racconta - con fotografia, colori e dialoghi inaspettati e bellissimi - la complicata ascesa sociale e le delusioni di una ragazzetta giapponese nella grande metropoli. Solo l'episodio che spiega le strade e i quartieri di Tokyo vale tutta la serie.
3) 7 Seconds: qua nelle prime tre posizioni la decisione era difficile. 7 Seconds resta la più potente narrazione che ho mai visto sulle uccisioni (casuali o meno) di giovani afroamericani e sulla cultura che le circonda. La caduta di tutte le illusioni.
2) Manhunt: Unabomber. La ricostruzione appassionante, inedita e lucidissima, delle indagini che portarono alla cattura dell'attentatore soprannominato Unabomber - una cosa da non riuscire a staccare gli occhi dallo schermo. Con la giusta distanza dai fatti, ancora pieno di interrogativi sulle intuizioni profetiche dell'uomo che viveva nel capanno nei boschi.
1) Collateral. Alla fine, al contrario di molte altre serie che mi sono piaciute sul momento ma poi sono un po' svanite nella memoria, questa mini serie inglese mi è rimasta scolpita in mente. Oltre ad avere un ritmo strano, allucinato, una fotografia bellissima che restituisce una Londra onirica e notturna, con un'altra delle stupende detective femmine che le serie tv ci stanno proponendo, racconta le indagini sull'uccisione apparentemente poco importante di un giovane fattorino musulmano che consegnava pizze a domicilio. Quando è uscita, la corrente di attualità sull'immigrazione che attraversava il tema e i dialoghi mi è sembrata stupefacente, e credo possa esserlo per chiunque la guardi anche adesso.
Grazie a tutti, presto le altre classifiche e un po' di novità, un grande abbraccio e restate buoni, ci sentiamo la settimana prossima!
Marina