Alaska newsletter 053
Alaska, the newsletter
053. berlinismi
cari tutti,
prima di tutto la settimana prossima arriverà il nuovo podcast, stavolta in puntata doppia per farmi perdonare il ritardo e dedicata a un archivio egiziano - come sempre chi mi sostiene su Patreon potrà ascoltarlo in anteprima e poi arriverà anche a voi. E poi, le prossime newsletter saranno dedicate a un po' di classifiche di fine anno, spero che sarà divertente :) La newsletter di oggi è dedicata a Berlino, una delle mie città del cuore, dove nel 2018 sono tornata dopo tanto tempo che mancavo.
La prima cosa che mi hanno raccontato appena atterrata a Berlino la scorsa primavera è stata che nel cuore del quartiere di Kreuzberg non è più possibile affittare casa: la combinazione letale fra gentrificazione e guadagni garantiti da AirBnb fa sì che gli anziani abitanti del quartiere si trovino costretti ad andarsene, e la vibrante comunità multiculturale e artistica cominci a sfaldarsi, a favore di presenze di passaggio come quelle degli imprenditori asiatici. Intanto, i proprietari non sono più privati che affittano a privati, ma enormi aziende che investono a tappeto nelle proprietà immobiliari. È una questione che riguarda tutte le grandi metropoli, ma a Berlino è particolarmente dolorosa perché azzera la crescita culturale delle comunità di quartiere fiorite dopo la caduta del muro, ed è paradossale perché Berlino è una città con spazi enormi, relativamente poco abitata e dall'edilizia sempre in crescita. Come sapete, guardo sempre con curiosità alle iniziative civiche urbane, che a Berlino non mancano mai, così vi propongo un articolo della Deutsche Welle in cui si racconta di un gruppo di cittadini che ha una proposta civica di nazionalizzazione degli immobili.
Intanto mi sono innamorata di una serie tv brutta, sporca, tedeschissima e a tratti anche grottesca, Dogs of Berlin, che vi raccomando perché nella sua stranezza contiene praticamente tutti i temi della discussione pubblica di oggi. Poliziesco sui generis, parte dall'assassinio del campione turco della nazionale tedesca alla vigilia della partita Germania-Turchia, assassinio che viene tenuto segreto fino alla fine della partita. Due poliziotti con un consistente corredo di guai familiari cercano di risolvere il caso - fra hipster della mafia turca, rapper turchi adolescenti, gangster slavi, madri naziste, famiglie segrete, assistenti sociali senza cuore, malcontento contro gli immigrati, borghesia ipocrita, periferie invivibili, glorificazione e umiliazione dei giocatori di origine straniera, e battaglie medievali. Ogni episodio passa da scene degne dell'ispettore Derrick a illuminazioni folgoranti, come l'inno tedesco cantato nella cittadella di reduci neonazisti o la corsa del giocatore africano verso la porta mentre ognuno ha una ragione diversa per sperare di vincere la scommessa che ha piazzato sull'esito della partita. Ne viene fuori una Berlino spietata, pronta a esplodere delle sue contraddizioni, e insieme un ritratto molto familiare anche a noi.
E quando in Dogs of Berlin vedrete inquadrato un club con gente che balla, sappiate che la città ha una Club Commission che supporta la cultura della musica elettronica e l'integrazione dei club nel tessuto della città, e che quest'anno finanzierà ogni club fino a 1500 posti aperto da almeno un anno perché possa insonorizzare il proprio spazio, con un finanziamento fino a 100 mila euro.
Grazie a tutti, un grande abbraccio e ci sentiamo la settimana prossima!
Marina