Alaska, la newsletter 01, "Sconosciuti"
Alaska, the newsletter
o1. Sconosciuti
Ciao a tutti! E grazie perché avete deciso di partecipare a quello strano esperimento che è la mia campagna di crowdfunding su Patreon - per ora sarete voi, infatti, in virtù della vostra donazione, i primi e i soli a ricevere (all'indirizzo email che avete fornito) la mia nuova newsletter, di cui questo è il primo numero.
L'idea è di spedirvi le tre cose che più mi hanno colpito durante la settimana, specialmente se non riguardano la stretta attualità, in attesa di farle diventare, dall'anno prossimo, anche un podcast, se i risultati raggiunti dal crowdfunding lo permetteranno. La campagna è appena cominciata e grazie a voi ha superato il 30 per cento del primo obiettivo, che spero di raggiungere per Natale. Adesso si tratta di continuare con costanza, e vi terrò aggiornati attraverso i post riservati su Patreon.
Da molto tempo, cioè da quando ho cominciato una trasmissione alla radio che si chiamava Alaska, le mie tre cose funzionano per associazione di idee e mettono insieme politica, digitale, arte e libri. L'idea è che le tre cose insieme facciano succedere qualcosa e possano ispirarvi: a cercare altre connessioni, a tenere a bada l'oscurità di tempi cupi dandovi energia per continuare a fare quello che fate, a ispirare altri a vostra volta.
Sconosciuti
Il tema di questa settimana è incontrare sconosciuti, forse perché lanciare questa campagna di crowdfunding mi ha anche fatto rincontrare alcuni vecchi amici perduti e scoprire la generosità di alcuni perfetti sconosciuti. Invecchiando si tende a perdere un po' la magia dell'incontro casuale - abbiamo gusti precisi, seguiamo spesso binari prestabiliti e tendiamo a restare in cerchie sicure. Incontrare sconosciuti è invece una delle occasioni di assoluta scoperta, imprevisto e illuminazione.
Somalia
In tempi di erosione dell'empatia, erano sconosciute, le più di 300 persone rimaste uccise nell'attentato del 24 novembre in una moschea in Sinai? O le più di 300 persone rimaste uccise negli attentati di ottobre a Mogadiscio? Non tanto, soprattutto se si trovano a un solo grado di separazione da una storia personale a noi vicina. Su Mogadiscio, tutta la possibile distanza l'ha colmata per me la scrittrice Igiaba Scego, con questa storia autobiografica in cui la Somalia e la madre combattono nel corpo. So che aprirsi così su una vicenda dolorosa le è costato molto, ma anche che non voleva sottrarsi. Cercava un modo per aprire le braccia a quelle 300 persone, e lo ha dato anche a noi.
Molly a Porto Rico
Qualunque cosa faccia, Molly Crabapple trova il modo più radicale per farla, mi dà coraggio e un senso di giustizia. È una giovane illustratrice di origine portoricana che vive e lavora a New York. Completamente fuori dagli schemi, mescola cronaca, arte e attivismo, e cerco di insegnare anche ai miei studenti come lavora. Le sue esperienze, come scrivevo di lei qui nel 2014, vanno dal burlesque ai reportage da Guantanamo. A Natale del 2015 ha pubblicato un'autobiografia favolosa, Drawing Blood, che racconta molto bene il momento delle primavere arabe e di Occupy Wall Sreet, di cui è stata uno dei protagonisti. La mia copia mi ricorderà sempre il profumo delle ghirlande di pino al mercatino di Natale di Union Square. In soli trent'anni, Molly ha vissuto più vite della maggior parte di noi. Oggi, dopo che l'uragano Maria ha investito Porto Rico, dove l'assistenza della protezione civile degli Stati Uniti non arriva, è tornata nel paese dei suoi antenati a incontrare sconosciuti - soprattutto gli attivisti che percorrono il territorio per organizzare gli aiuti. Come sempre, ne è venuto fuori un capolavoro fatto di appunti, interviste, video e disegni.
"Insomniac City"
Il mio libro della settimana è un memoir dello scrittore Chris Hayes, che dopo aver perso il proprio compagno storico ha lasciato San Francisco per trasferirsi a New York, diventando un esploratore insonne delle sue strade. Convinto del potere dell'incontro casuale, dagli anziani senzatetto ai giovanissimi corridori con lo skateboard, attraverso l'insonnia Hayes dialoga con la città che non dorme mai. Nel suo libro ci sono anche alcuni dei ritratti fotografici che scatta ai suoi concittadini, soprattutto sulla metropolitana. Arrivando al Village, ha anche cominciato una storia d'amore con lo scienziato e scrittore Oliver Sacks, di cui è stato il compagno fino alla morte di questi nel 2015. Il libro alterna le descrizioni dei suoi incontri notturni a momenti della vita quotidiana al fianco di Sacks, ricostruiti dai rapidi appunti di un taccuino che teneva a suo tempo, anche se il personaggio centrale resta la città. Non sono ancora riuscita a scoprire se è prevista un'edizione italiana, ma conto che la fama di Sacks In Italia contribuisca a fargli trovare un editore. Intanto voi non fate come me, che sono arrivata al malinconico finale in un giorno di novembre di pioggia scrosciante. L'ho letto, per scelta, di carta, e la carta sarà l'argomento della prossima newsletter. Forse.
La fotografia di questa settimana è "all that glitters is gold", Milano, November 2017

Per adesso grazie a tutti, e alla settimana prossima!
Marina