Alaska

Share this post

Alaska newsletter 019

alaskahub.substack.com

Alaska newsletter 019

Marina Petrillo
Apr 8, 2018
Share this post

Alaska newsletter 019

alaskahub.substack.com

Alaska newsletter

o19. vieni a sederti

cari tutti,
ecco la prima vera newsletter di primavera. Qui i lavori proseguono su molti fronti: grazie al vostro sostegno, il libro è all'85 per cento della prima stesura, e dunque dovrei farcela a mantenere la promessa di una seconda stesura decente in tempo per il mio compleanno il 23 maggio (mi sta aiutando molto l'appuntamento fisso con il gruppo di scrittori del quartiere con cui ci ritroviamo una volta alla settimana). E per il podcast studio, faccio prove, e indago sull'acquisto del microfono (non potete immaginare la sorpresa di scoprire quanto sia acuta la nostalgia del microfono che usavo in radio), e dovremmo partire a maggio. Intanto, la newsletter di oggi per una volta va al cuore dell'argomento che più mi appassiona: come usiamo lo spazio pubblico, e quanto ce n'è rimasto.

Vieni a sederti

La newsletter di oggi parte da una fotografia postata dalla mia amica Sarah, una di quelle panchine interrotte nella lunghezza da braccioli di forma sospetta, che il presidente dell'Autostazione di Bologna nega di aver fatto installare così per impedire alle persone senza casa di sdraiarsi per trascorrervi la notte. Sarah era giustamente raccapricciata, la bugia davvero poco credibile, e la panchina sembra una specie di strumento di tortura.
Ci sono barriere e barriere - molte sono errori, colpevoli distrazioni, buchi di progettazione; alcune sono disegnate per spingerci a consumare di più, altre sono insulti all'intelligenza, trappole burocratiche, umiliazioni nella forma di elementi architettonici o di arredo urbano. La regola vorrebbe che città progettate con i fragili in mente siano città accoglienti per tutti. È una regola che amo perché puoi applicarla a qualunque cosa. Ma anche perché siamo tutti fragili, più o meno temporaneamente, o potremmo diventarlo.
Invecchiando, scopro che barriere come quella della foto postata da Sara mi appaiono sempre più aggressive, cattive, senza pietà. Dove dovrebbe andare una persona che non ha casa? E quanto lontano dagli occhi è abbastanza lontano per chi reclama un concetto disinfettato di decoro? Per me il decoro urbano consiste in una città pulita, aperta, fluida, accogliente, che non fa sentire nessuno troppo piccolo o troppo grande, troppo povero o troppo vecchio - una città che non umilia nessuno e che non impone inutili fatiche o prove insormontabili, che cura e che dà riparo, che consente di muoversi e di sostare, e che magari si pone il problema di come mai ci sono tante persone senza casa che dormono ai piedi degli sportelli illuminati dei bancomat.

C'è, naturalmente, chi lo spazio pubblico lo studia. Dopo gli attacchi terroristici a Parigi, si è parlato tanto di non rinunciare a uno "stile di vita" (un termine che si riferisce solo in parte alla democrazia, ma più che altro a una società dove si può consumare qualsiasi cosa in quantità non sostenibili). In realtà, quello che hanno fatto i parigini è stato non rinunciare al loro spazio pubblico - non solo quindi continuare a consumare in bar e ristoranti, ma continuare a occupare panchine e piazze, parchi e marciapiedi, musei, cinema, giochi e servizi. Per Jane Jacobs, alfiera del placemaking, la definizione stessa di una città che prospera è che le persone vi si sentono al sicuro negli spazi pubblici nonostante si trovino fra sconosciuti.

La filosofia del placemaking fa di questo non una constatazione ma un principio: prima si costruiscono i luoghi pubblici pensati, e poi vi si attrae la vita quotidiana - progettandoli a partire dai bisogni individuali ma anche incorporando l'immaginazione collettiva che conferisce a un luogo il suo essere confortevole, pubblico, e di tutti. L'idea è quella di abbandonare i rigidi processi di pianificazione urbana del XX° secolo per restituire a ogni comunità la sua capacità di decidere come dotarsi di spazi vissuti, generosi, condivisi. Una panchina, insomma, non è mai soltanto una panchina.

Grazie sempre a tutti voi per il sostegno e l'ispirazione, e ci sentiamo la settimana prossima!
Marina

Share this post

Alaska newsletter 019

alaskahub.substack.com
Comments
TopNewCommunity

No posts

Ready for more?

© 2023 Marina Petrillo
Privacy ∙ Terms ∙ Collection notice
Start WritingGet the app
Substack is the home for great writing