Alaska newsletter 017
Alaska, the newsletter
o17. ragazze che svaniscono
Ciao a tutte e tutti,
oggi forse un pochino in ritardo per aver vagabondato per il Bookpride, insieme a tutti gli altri umani quasi convinti che sia finalmente arrivata primavera. Per quello che riguarda gli aggiornamenti della campagna, è deciso: grazie a voi, il nuovo podcast partirà a maggio, e siete i primi a saperlo. La newsletter in qualche modo lo seguirà, perché si tratterà sempre di accostare tre cose, con un gioco un pochino più preciso da rispettare: un approfondimento di attualità, un libro, e un oggetto meraviglioso (un'opera d'arte, un posto, un gesto). L'idea, che è un po' la mia ossessione di questi anni, è quella di strapparsi dalla stretta attualità per cercare connessioni, perdersi e ritrovarsi un pochino, spero, più ispirati. Per adesso proseguono i test di registrazione, e un grazie speciale a Laura che mi sta facendo da guida fra i software di montaggio!
Ragazze che svaniscono
Di solito quando una ragazza sparisce è perché ha ottimi motivi per farlo. A volte è perché non le è rimasta altra scelta. A volte, come ci ricorda tanta letteratura noir, scompare contro la sua volontà. A volte si riduce a scomparire per protesta. A volte è stata lentamente rimpicciolita, ridotta, cancellata. A volte tace perché il silenzio dice più delle parole.
Laurie Penny ha scritto un altro pezzo fantastico sulle donne - e sono contenta che Internazionale l'abbia tradotto qui - in particolare sui disturbi alimentari: "sono arrabbiata con questa cultura che ha così paura della carne femminile, della fame femminile, delle donne che vogliono qualsiasi cosa e non solo quello per cui gli dicono di essere grate, che insegna ancora alle ragazzine a farsi più piccole, a tagliarsi a fette, a restringere i loro corpi e umiliare le loro ambizioni finché il loro spazio nel mondo si riduce".
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Finalmente adesso ce l'ho anche di carta, e così ho scoperto che è un libro piccolissimo. È When women when birds, mia ossessione e croce e delizia dei miei studenti, un memoir in frammenti della poetessa e attivista ambientalista Terry Tempest Williams - cresciuta nel cuore della comunità dei mormoni dello Utah, dove le donne occupano ruoli molto tradizionali e pagano in prima persona con la malattia gli esperimenti scientifici nella regione. Da vera ribelle che però non se n'è mai voluta andare, ha avuto con la madre un rapporto molto difficile. Questa, morendo, ha lasciato in eredità alla figlia scrittrice tutti i suoi diari, un intero scaffale di cui lei non era a conoscenza. Quando ha trovato il coraggio di leggerli, ha scoperto, aprendoli uno dopo l'altro, che erano tutti vuoti.
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Emma Gonzáles, che ha perso i compagni di scuola nell'attentato di Parkland, alla gigantesca manifestazione del 24 marzo a Washington contro le armi da fuoco ha fatto un'opera d'arte. In contrasto col suo discorso al rally del 17 febbraio, stavolta poche parole in forma di poesia per ricordare i nomi dei compagni e ciò che non faranno più, e di colpo un lunghissimo silenzio per restituire l'idea degli oltre 6 minuti che ci sono voluti all'attentatore per compiere la sua strage. Un niente per uccidere 17 persone, un tempo interminabile se lo devi ripercorrere guardando il dolore sul volto di una fanciulla di origine cubana di 17 anni, con la testa rasata a zero, che sta ferma come una statua e che ha fatto del lutto la sua arma politica.
Grazie a tutti per il vostro sostegno, e alla settimana prossima!
Marina
La fotografia di questa settimana è "Not silk", marzo 2018